E ti svegli, come in quelle mattine d'inverno, dove la coperta è sempre troppo corta, coi piedi gelati e i brividi sulla schiena, pensando che un caffè possa risollevarti... Guardi la tazza fumante, col caldo liquido nero e ti perdi nella calma dei suoi vapori... Chiudi gli occhi e ti dipingi una serie di immagini marchiate a fuoco nei meandri remoti della tua memoria... Quel cassettino, quel piccolo ma doloroso cassettino della tua memoria che hai giurato di non voler mai più riaprire... Nero come il caffè, rovente come il suo fumo, le sue ustioni ti violentano l'anima nel profondo e ti tormentano da 10 anni... Ma non ci sono più lacrime, non ora almeno... E mentre ripensi a quando quell'orco ti ha preso la vita le mani si scottano attorno a quella tazza, ma non ci fai caso... E quei torbidi pensieri si affollano ingarbugliati nel tuo cervello martellandolo fino a lasciarti senza fiato. E ti meravigli, perché ogni giorno ti svegli, ogni giorno sei lì, viva, respiri, senti il cuore batterti nel petto, senti l'aria bruciarti nei polmoni, senti le ferite del passato che ti sanguinano ma non si rimarginano, senti le tue mani vivere il mondo, vivere l'amore, vivere il sesso, vivere la vita e vivere la ferocia degli istanti in cui eri morta ma viva allo stesso tempo, senti la fine come una spada di Damocle sulla tua testa, senti il desiderio di urlare, ma le grida ti si strozzano in gola, senti quell'attimo, quel guizzo fugace di quando la vita ha strappato in mille pezzi la tua innocenza con un ghigno beffardo per non restituirtela mai più... E da allora la tua anima lacerata ha fatto germogliare in te il seme del demone, che piano piano si ciba di te, in un impeto di follia implacabile che ti strappa la carne dalle ossa con le sue unghie nere ed affilate... E il demone è lì, in piedi davanti a te, orripilante e maestoso nello stesso momento, e ti sorride, col ghigno imbrattato del tuo sangue e tu sei lì, in ginocchio, sporca, spoglia, vuota, ansimante, senza difese, inerme, col cuore fuori dal petto e la bocca impastata di fango e sangue e aspetti solo che finisca la sua opera... E invece no, ogni volta che pensi che sia finita, lui, sempre col ghigno disegnato sul volto deformato, si gira, getta il tuo cuore a terra, lo calpesta con violenza, come per ricordarti che non ci sarà mai speranza per te, e in un vortice oscuro spalanca le sue grosse e pesanti ali nere, tutto è buio attorno a te, senti la sua presenza così opprimente, ma non riesci ad opporti alla sua schiacciante oppressione e senza più fiato in gola crolli a terra, esanime. Però in fondo non puoi non ammirare la feroce bellezza ed eleganza di quel nero demone che fa parte di te. Seppure tutto questo dolore così insopportabile, tu sei lì che lo ammiri e ne invidi la fredda spietatezza, desiderando di possedere la sua freddezza feroce e priva di sentimenti. Un velo di celata sorpresa appare sul tuo volto devastato dallo strazio, e quel demone si stacca da terra con innata leggerezza per poi sparire nel turbinio dei tuoi più reconditi e torbidi incubi. A terra, senza più la forza di lottare, provi a rialzarti, ma una forza invisibile ti tiene incollata al suolo, e ogni rantolo di dolore si porta via un pezzo della tua vita. Senti la pazzia del demone infuriarti dentro, la sua rabbia, il suo odio, il suo rancore per la vendetta incompiuta, la sua avversione verso la vita ti stanno letteralmente consumando da dentro, e tu urlando sfoghi la sua furia omicida che culmina con un lungo rantolo feroce. Sei in ginocchio. Di nuovo. In una maschera di sudore e sangue ti accasci su te stessa e pensi ai momenti felici della tua vita, ed il viso ti si contorce in una smorfia che piega l'angolo della tua bocca in un sorriso storto... Pensi che ci sono stati tanti momenti felici nella tua vita, ma non riesci, né riuscirai mai a capire perché, una sola tragedia possa averti ridotta così. Semplicemente hai smesso di chiedertelo e pensi solo che questo schifo di vita abbia voluto metterti alla prova. Perché proprio tu? Nemmeno questo ti chiedi più... Non ci sono perché la vita t'ha riservato questo e puoi o accettarlo o impazzire... D'un tratto un freddo sussulto ti riporta alla realtà, la tazza fumante ancora tra le mani ormai rosse per il calore e la stretta esercitata sulla tazza stessa... Lo sguardo perso sulle volute che il fumo disegna in aria, ti rannicchi con le ginocchia in gola, come se questa posizione t'offrisse protezione contro qualsiasi male, e finalmente sorseggi quel caffè bollente che ti scalda l'anima lacerata... Un altro giorno è passato, un giorno in cui tu sei ancora al mondo, e ti chiedi fin quando ancora ci sarai, ti chiedi se quel cuore così straziato sia ancora capace di amare o se sia solo un vuoto involucro dell'amore che credi di poter provare e donare, e specialmente ti chiedi se ci sarà una famiglia, in futuro, per te... Ti chiedi se ci sarà il sorriso di un bambino nella tua vita, se ci sarà il suo pianto, se ci saranno i suoi grandi occhioni a guardarti... E con queste riflessioni e strazi nel cuore ti alzi, con la tazza ormai vuota, un po' come la tua anima, e cominci il nuovo giorno che ti si para davanti come un gigante burbero... Così, un giorno dopo l'altro...
Primo, si spera, di una lunga serie di miniracconti... Enjoy!
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